Usare il segreto di stato per insabbiare lo scandalo dei giornalisti e attivisti spiati da agenzie governative, procure o forze di polizia non è degno di uno stato democratico. Chiediamo che il Governo riferisca in Parlamento e l’apertura di un’inchiesta indipendente!
Secondo un’inchiesta del Guardian, più di 100 giornalisti e attivisti sarebbero stati spiati tramite lo spyware Graphite sviluppato dalla società israeliana Paragon. Tra le persone prese di mira nel nostro Paese ci sarebbero il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il fondatore della ONG Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini.
Graphite è un potente spyware che può infettare uno smartphone senza che l’utente se ne accorga. Una volta installato, consente di leggere messaggi criptati, accedere a file privati e trasformare il telefono in un dispositivo di sorveglianza.
Di fronte a queste gravi rivelazioni, il Governo ha ammesso che anche i servizi segreti italiani hanno fatto uso di questo software, ma ha negato di aver usato Graphite per spiare giornalisti e attivisti. Secondo il Guardian, però, l’azienda produttrice Paragon avrebbe rescisso il contratto con alcuni clienti italiani, dichiarando che il software è stato impiegato in modo contrario alle proprie politiche aziendali. Un elemento su cui è assolutamente necessario fare chiarezza.
Nonostante l’enorme rilevanza del caso, il Governo ha scelto di riferire solo davanti al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), un organismo che opera sotto vincoli di segretezza, limitando l’accesso alle informazioni e impedendo un dibattito pubblico trasparente.
La questione è però talmente delicata che non può finire in sordina. Chiediamo:
L’utilizzo di software di sorveglianza da parte di organi governativi rappresenterebbe una violazione dei diritti umani inaccettabile, a maggior ragione se perpetrata ai danni di chi fa informazione o difende i diritti delle persone. Il Governo chiarisca subito questa vicenda.
Aiutaci a farci sentire! Invia anche tu una email ai membri del Governo, condividi e chiediamo insieme trasparenza su questa vicenda!