MARLA 1.23

MARLA #1.23

LEFTOVERS

GENNAIO 2023

MARLA #1.23 - LEFTOVERS

Marla è il magazine di info.nodes, organizzazione no profit attiva dal 2020, costituita da un gruppo di persone che credono in una società libera, aperta, dove ingiustizie e ineguaglianze sono contrastate da una cittadinanza attiva.

Per questo promuoviamo il lavoro di giornalisti di inchiesta, attivisti, civic technologists e di chiunque condivida la nostra visione.

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Copertina di

@npprgl


Foto:

Fotogramma e citazione del film "The Jazz Singer"

Mappa di "Gun Violence Archive"

Migranti a Ellis Island, dall'archivio della Library of Congress



MARLA #1.23

a cura di Davide Del Monte


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INDICE

🕑 TEMPO DI LETTURA TOTALE:  poco.

INTRO


Nella sua Piccola enciclopedia dell’anarchia (Garzanti, 1978), Boussinot alla voce “Esercito” scrive che “l’anarchico non si accontenta di denunciare l’esercito come casta, “Stato nello Stato” (...), o strumento della dominazione di un individuo, di un clan, o di una classe. Lo condanna come tale. E’ un male assoluto”.

Invece, nel mondo reale e non ideale, gli eserciti non solo non vengono condannati come male assoluto, ma sono anzi oggetto di investimenti, di ricerca, di sviluppo: pochi ambiti come quello della guerra - dominio degli eserciti - non conoscono mai crisi, ma risultano al contrario in costante e perenne crescita. Secondo il Doomsday Clock, l’orologio del Giorno del Giudizio, all’umanità rimangono solo 90 secondi prima della mezzanotte che segna l’inizio dell’Apocalisse, e a quanto pare vogliamo spendere questo poco tempo rimasto sperimentando nuovi missili supersonici e intelligenti.

D'atra parte, quando il presidente della più importante associazione di categoria nel settore della difesa e delle armi viene nominato Ministro della Difesa, il messaggio è chiaro: la guerra va trattata come qualsiasi altro settore di business, come il Turismo tanto per fare un esempio, e quindi non ci resta che cavalcare l'onda e sperare di fatturare il più possibile, per arrivare all'apocalisse con le tasche piene.







Wait a minute, wait a minute, you ain't heard nothin' yet

LIBERTÉ

La storia italiana è piena di anarchici assassinati o lasciati morire in carcere, da Gaetano Bresci, il famoso regicida, trovato impiccato nella sua cella il 22 maggio del 1901 e sepolto poi dalle autorità in un luogo sconosciuto così che nessuno potesse onorarne il ricordo, passando per Giuseppe Pinelli, “misteriosamente” caduto dalla finestra della questura di Milano nel 1969, fino ai più recenti casi di Sole e Baleno, accusati di azioni eco-terroristiche e trovati morti rispettivamente il 28 marzo e l’11 luglio del 1998. 

La speranza è che Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Sassari con il regime del 41-bis e dal 19 ottobre in sciopero della fame, non vada ad allungare la lista già troppo lunga e infamante per lo Stato italiano, anche se le ultime mosse delle istituzioni, tra cui la vergognosa diffida alla dottoressa Angelica Milia a non rilasciare interviste a Radio Onda d’Urto, non lasciano ben sperare.


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“L’autocensura è l’unico modo per rimanere al sicuro” è la triste conclusione a cui è giunto Hiram Moreno, giornalista messicano colpito da tre proiettili nel 2019 per aver indagato e scritto dei traffici di droga nella regione dell’Oaxacan.

Come riporta Reuters sono 13 i giornalisti uccisi in Messico nel solo 2022, ultimo dei quali il quarantaduenne Heber Lopez Vasquez, che il giorno prima dell’assassinio aveva pubblicato una storia di corruzione in cui sarebbe implicata la politica locale Arminda Espinosa Cartas.

In molte parti del mondo quella del giornalista è una professione fortemente esposta al rischio di violenza, anche estrema: dal 2003 al 2022 sono stati uccisi 1.700 giornalisti, molti mentre si trovavano a lavorare in contesti di guerra, ma non solo. Come spiega RSF a France24 "In effetti, negli ultimi due decenni sono stati uccisi più giornalisti in 'zone in pace' che in 'zone in guerra', nella maggior parte dei casi perché stavano indagando su criminalità organizzata e corruzione. Le Americhe hanno rappresentato quasi la metà degli omicidi di giornalisti, molti in Messico, Brasile, Colombia e Honduras”.


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Se i giornalisti sul campo sono disposti a rischiare la propria vita per raccontare la verità, le grandi piattaforme social non sono disposte a perdere nemmeno un dollaro: meglio attuare la cesura e tenersi buoni i governanti, che rischiare di perdere utenti e possibilità di impression. Secondo quanto riportato da The Intercept, Twitter e YouTube hanno censurato un documentario molto critico nei confronti del primo ministro indiano Narendra Modi. I funzionari del governo hanno chiesto alle multinazionali americane di rendere irraggiungibile un documentario pubblicato dalla BBC in cui viene raccontato il ruolo avuto da Modi durante il massacro del 2002 nello stato indiano del Gujarat. 

A quanto pare, le richieste di Modi e dei suoi funzionari sono state accolte e tutti i link e i riferimenti al documentario rimossi dalle utenze indiane.

Se ci serviva un motivo in più per non credere a tutto ciò che vediamo - o non vediamo - nei nostri feed dei social network, eccolo servito.


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La percentuale di persone che vivono nelle aree urbane ha superato il 55% e si prevede che raggiungerà il 68% entro il 2050. A causa di questa tendenza, molte delle città più grandi del mondo sono diventate la dimora di decine di milioni di persone. In risposta a tale incredibile densità, governi, aziende e famiglie hanno installato innumerevoli telecamere di sicurezza per vari scopi, inclusa la protezione dalla criminalità. Visual Capitalist ha stilato la
classifica delle città più sorvegliate al mondo, dove ovviamente a farla da padrona è la Cina. Escludendo dalla classifica il dragone asiatico,  le prime quattro città si trovano tutte in India, il secondo paese al mondo per popolazione. La prima città degli Stati Uniti nell'elenco è Los Angeles, dove nel solo ricchissimo quartiere di Beverly Hills sono installate oltre 2.000 telecamere per una popolazione di 32.500 abitanti, ovvero circa 62 telecamere per ogni 1.000 residenti. Se Beverly Hills venisse conteggiata come città a sé stante finirebbe al secondo posto nella classifica globale delle città più sorvegliate.

ÉGALITÉ

La disuguaglianza non conosce crisi. Così titola il report a cura di Mikhail Maslennikov, Policy Advisor di Oxfam Italia, e pubblicato a gennaio 2023.

Che non viviamo in una società propriamente equa lo sapevamo già, ma i dati di questo rapporto mettono dei puntini sulle “i” che pesano come macigni: per la prima volta in 25 anni, la ricchezza estrema e la povertà estrema sono aumentate drasticamente e contemporaneamente. Mentre la ricchezza si è ancora più concentrata in poche mani, gli elevati divari dei redditi collocano l’Italia tra gli ultimi Paesi nell’UE. In un contesto in cui la povertà assoluta è più che raddoppiata in 16 anni e il caro-vita sta erodendo il potere d’acquisto di gruppi sociali più fragili e di tanti lavoratori i cui salari non tengono il passo con l’inflazione.

Il rapporto offre la fotografia di un paese che va in direzione opposto a quanto invece ci auspichiamo, e non per caso, come sottolinea Maslennikov “Le disuguaglianze non sono casuali né le marcate divergenze nelle traiettorie di benessere dei cittadini, lungo le sue molteplici dimensioni, sono ineluttabili. Sono piuttosto il risultato di precise scelte di politica pubblica che hanno prodotto negli ultimi decenni profondi mutamenti nella distribuzione di risorse e potere, dotazioni ed opportunità”.


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Se anche voi vi state chiedendo come sia possibile che a fronte di una povertà tanto diffusa e profonda, esista anche un piccolo gruppo di super ricchi che detiene il potere economico e politico, su
Pudding potete trovare una risposta basata su un modello matematico e spiegata… con delle bellissime grafiche interattive. 

All’inizio e alla fine di questo percorso ci domanderemo “Perché esistono i super ricchi?”, ma soprattutto “L’esistenza dei super ricchi è proprio inevitabile?”.



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“Le potenti nazioni occidentali non hanno alcun incentivo a fermare la corruzione nel sud del mondo perché beneficiano del denaro rubato ai nostri paesi” ha dichiarato Imran Khan, ex Primo Ministro del Pakistan deposto nell’aprile del 2022, in un’intervista per il documentario Behind Closed Doors di Michael Oswald e Murtaza Mehdi.

Come racconta Declassified UK il documentario si concentra sugli autocrati stranieri che investono nelle proprietà del Regno Unito, ma anche sulla situazione del Kenya, ex colonia britannica, ripercorrendo la storia di come la famiglia del leader dell'indipendenza Jomo Kenyatta sia riuscita ad appropriarsi di gran parte delle migliori terre del paese.

FRATERNITÉ

Alla fine di ottobre 2022 la stima minima dei rifugiati e migranti morti e dispersi nel Mediterraneo era di poco inferiore alle 1.800 unità, come riportato dal servizio di RaiNews dedicato al Report 2022 sul diritto d'asilo della Fondazione Migrantes, curato da Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti

“A pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l’Italia e Malta, dove si sono contati 1.295 morti e dispersi, contro i 172 del settore occidentale e i 295 di quello orientale”.

Una strage continua di esseri umani, di cui noi italiani ed europei continuiamo ad essere spettatori nella migliore delle ipotesi, colpevoli nell’ipotesi più realistica.


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I migranti non soffrono e muoiono solo nel Mediterraneo. Il progetto Migrant Death Map propone un'analisi della precarietà, della violenza e del disprezzo per la vita dei migranti a Singapore. Se la veste grafica del progetto è bellissima, il contenuto è invece devastante: ogni punto sulla mappa racconta la storia di uno dei 455 migranti morti a Singapore tra il 2000 e il 2022. Storie di persone sconosciute o dimenticate, a cui il team di ricercatori ha voluto ridare un valore umano: “It is easy to forget, to close an eye, to ignore those who have been made powerless. But we insist on remembering”.



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La Groenlandia è il Paese con il più alto tasso di suicidi al mondo: 83 persone ogni 100 mila abitanti, quasi due persone a settimana, in genere ragazzi in età scolare o di non più di 25 anni, scriveva Luciana Grosso su
L’Espresso nel 2021.

Le cause di questo dato così drammatico sono molte, ma hanno tutte a che fare con le condizioni di vita degli Inuit, rese estreme non dal freddo, ma dallo sfruttamento e dalla distruzione della loro terra da parte delle industrie europee e amiricane.

“Un quadro” spiega Luciana Grosso “di equilibrio sociale estremamente fragile e di sviluppo senza progresso, su cui incombono gli effetti del cambiamento climatico. Effetti che lì sono più veloci ed evidenti che altrove, perché lì per millenni l’intera vita è ruotata attorno al ghiaccio. Ora che il ghiaccio se ne sta andando, e che una vita urbana decente non è ancora arrivata al suo posto, ai Groenlandesi potrebbe non rimanere più niente”.

FACTS ARE FACTS.

FICTION IS FICTION.


Nei primi 26 giorni di gennaio 2023, si sono già registrati 40 episodi di mass shooting negli USA.

[Gun Violence Archive]

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Anche tenendo conto del tracollo dei mercati azionari nel 2022, la ricchezza dei miliardari Forbes è cresciuta tra il mese di marzo 2020 e il mese di novembre 2022 al ritmo di 2,7 miliardi di dollari al giorno.

[Oxfam]


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Negli ultimi 10 anni, l’1% più ricco ha accumulato, in termini reali, un ammontare di ricchezza 74 volte superiore a quella del 50% più povero.

[Oxfam]


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La Groenlandia ha già perso oltre 250 miliardi di tonnellate di ghiaccio come conseguenza di ridotte nevicate e di temperature record. 

[AGI]


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la Cina domina completamente il mercato delle terre rare, con una produzione annua di circa 130mila tonnellate (dati del 2019) e detenendo circa il 37 per cento delle riserve mondiali. 

[Lifegate].


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